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Enzo Baldoni: una storia ancora da raccontare

“Quella carezza di Enzo”

Fu “tutto merito” del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta se Simona Pari, Simona Torretta e altri due operatori umanitari iracheni, rapiti a Baghdad nel settembre 2004, furono liberati dai sequestratori dopo tre settimane di prigionia. Lo scrive Simona Torretta, ex capo-missione a Baghdad dell’organizzazione non governativa “Un Ponte per…” , in un libro che sarà in libreria dal 7 settembre – a un anno esatto dal sequestro per mano di un gruppo di presunti guerriglieri islamici – intitolato “Otto anni e 21 giorni – Il mio impegno di solidarietà in Iraq”. Il racconto di Torretta si dipana in meno di 190 pagine. Inizia col ricordo di Enzo Baldoni, il pubblicitario e giornalista rapito e ucciso nell’agosto 2004 dall’Esercito islamico in Iraq, e poi intervalla la vicenda del sequestro e della liberazione con la storia del suo impegno nel paese arabo, con ritratti di amici e colleghi, tra cui Simona Pari. Ma chi cerca particolari inediti sul sequestro e le trattative, sull’ipotesi di un riscatto pagato e sull’identità dei sequestratori, resterà deluso. Torretta scrive unicamente della sua condizione di ostaggio, nel corso di tre settimane trascorse col timore di essere uccisa. Dopo la morte di Baldoni le operatrici non si sentono più al sicuro in Iraq, e dunque chiedono l’assistenza del Consiglio degli Ulema, le autorità religiose musulmane. Un racconto più personale che politico, quello di Torretta, che è sicura di aver ricevuto una carezza da Baldoni pur dopo la sua morte – “sento una mano sfiorarmi il viso in un gesto delicato, come di protezione” – e che, tornata al lavoro, conclude: “Io, oggi, sono libera. Ma troppi uomini e donne sono ancora ostaggi della guerra in Iraq”.

“…E allora cercheremo di capire anche come mai le Simone, asseritamente rapite da gruppi ex baath, comunque dell’area sunnita, avrebbero recato una lettera di parte sciita per il Papa …” (Pipistro)

«Vi è però un’altra lettera indirizzata al Papa, questo ci è stato autorevolmente confermato da una fonte della Segreteria di stato ed è stato scritto, l’indomani dell’incontro tra le due Simone e Giovanni Paolo II, dal quotidiano “La Stampa”. Questa lettera è arrivata: essa era occultata nel fondo della scatola stretto da una delle due ragazze, quando vengono riprese da una telecamera alla presenza di Maurizio Scelli …».  (Mule’-Cucchiarelli, pag.16)

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